Europe for all, Minniti for no one!
Sulla manifestazione a Roma del 25 marzo
Ci hai provato, Cassandra, in tutti i modi, ma stavolta la profezia non si è avverata. I “Black Block” potrai continuare solo a sognarli, mentre devastano e saccheggiano le tue notti come nuovi Lanzichenecchi.
Perché sabato 25 marzo, malgrado il vespaio sollevato da stampa e Questura, che hanno preventivamente descritto la giornata come quella in cui l’orologio dell’Armageddon avrebbe battuto gli ultimi rintocchi della Città Eterna, abbiamo assistito allo snodarsi per tutto il giorno di cortei che hanno contestato le politiche di austerity, le istituzioni finanziare e la chiusura brutale delle frontiere della fortezza Europa.
Due parole, però, pensiamo vadano spese, perché quello che è successo sabato nella gestione dell’ordine pubblico non rientra certo nella sfera della “normalità”.
Abbiamo infatti assistito, senza mezzi termini, alla violazione indiscriminata dei più basilari diritti costituzionali e a continue provocazioni da parte delle forze dell’ordine, sotto il ligio comando del ministro Minniti. Il filo conduttore sono state le misure di carattere preventivo e spropositato che hanno colpito centinaia di persone senza che nulla fosse accaduto per giustificarle. Emblematica e inquietante, enormemente grave e quasi eversiva risulta la dichiarazione del Questore Marino che afferma di aver “verificato non solo i precedenti, ma anche l’orientamento ideologico dei manifestanti fermati”.
Piccolo appunto, i fermati andrebbero forse definiti “preventivamente manifestanti” dato che in piazza non ci sono mai arrivati.
A conti fatti i dati sono i seguenti: i pullman arrivati da fuori Roma sono stati tenuti fermi diverso tempo al casello e perquisiti da cima a fondo. Più di 150 attivisti e attiviste, dal Piemonte, dal Veneto, e dalle Marche – tradotti in questura dalle forze dell’ordine senza neanche scendere dai pullman – sono stati portati nel centro di identificazione di Tor Cervara e trattenuti per ore, vedendo impedita di fatto la loro partecipazione al corteo. Sono stati comminati più di 20 fogli di via dalla città a chi, mentre raggiungeva il corteo, è stato fermato e perquisito. La motivazione più comune è stata il possesso di un k-way, di fumogeni o, addirittura, l’indossare delle felpe col cappuccio. I fogli di via hanno una durata da uno a tre anni, in particolare risulta di gravità inaudita la misura contro R., studente e attivista dei collettivi universitari, fermato con altri 4 attivisti la mattina mentre si dirigeva al concentramento dello spezzone “Europe for All”. Il ragazzo è dovuto andare via da Roma dopo 10 ore di fermo, nonostante ci viva e ci studi, in quanto non ha qui la residenza. Durante lo svolgimento dei cortei il dispiegamento di forze dell’ordine è stato a dir poco soffocante. Gli atteggiamenti provocatori si sono susseguiti durante la giornata, dalla piazza della mattina, alla quale abbiamo partecipato con uno spezzone largo e meticcio, fino al tardo pomeriggio, quando la celere ha addirittura spezzato il corteo “Eurostop” col chiaro intento di provocare disordini.
Su larga parte della stampa nazionale e dei telegiornali tutto è andato “liscio” per merito di Minniti e della Polizia. Con ragionevole sicurezza possiamo affermare che se ci fossero stati disordini la colpa sarebbe stata esclusivamente dei manifestanti e la repressione ancor più dura. Con altrettanta forza diciamo che non è andato “liscio” un bel niente, si è semplicemente sperimentato un dispositivo di controllo e repressione preventiva pericoloso e lesivo dei diritti di tutte e tutti.
Lo vogliamo dire chiaramente: sabato 25 marzo ha rappresentato un passo indietro epocale per la democrazia e i diritti in questo paese e un balzo in avanti nella definizione di un nuovo paradigma securitario e del controllo. Per lo stesso motivo saremo sempre in prima linea per evitare che si ripetano eventi come quelli sopra descritti, in ogni mobilitazione e in previsione degli appuntamenti internazionali previsti in Italia a partire dal G7 di Taormina. La nostra solidarietà va a tutt* quell* che sabato sono stati fermati, perquisiti, trattenuti, espulsi dalla città, il nostro sdegno più profondo va invece al ministro Minniti e alla follia da lui architettata in maniera totalmente irresponsabile. Per la libertà di movimento di tutte e tutti, per un’Europa senza confini, barriere, divieti.
Europe for all, Minniti for no one.