Assemblea pubblica: da Bologna a Roma verso la manifestazione nazionale del 16 dicembre
#dirittisenzaconfini
C’è un filo rosso, rosso sangue, che lega il DASPO urbano (lo strumento introdotto dalla legge Minniti-Orlando – facendo leva sulle più terribili retoriche securitarie e alimentando una guerra tra poveri nelle peggiori derive populiste – e applicato a Bologna dal Sindaco Merola a dieci senzatetto puniti e sanzionati perché poveri, senza una casa dove dormire, alla ricerca di un rifugio sotto i portici della nostra città) al ritorno della schiavitù nella sua forma più esplicita, quella della “vendita” dell’essere umano come ci viene mostrata dalle immagini riprese in Libia dalle telecamere della CNN.
Un filo, neanche troppo sottile, che unisce le voci di migliaia di uomini e donne rinchiusi nei lager libici alla rabbia di chi vive sulla propria pelle la crescita esponenziale degli esiti negativi alle richieste d’asilo; che accomuna lo sfruttamento nei campi del sud Italia o nei magazzini della logistica alla ricattabilità del mondo del lavoro precario e senza tutele; che tiene insieme la riduzione degli investimenti nell’istruzione, nelle politiche abitative e sociali e le immagini dell’ostinata resistenza degli abitanti di piazza Indipendenza a Roma (sgomberati prima dal palazzo in cui vivevano e poi, con gli idranti, dall’asfalto della piazza che era diventato il loro unico letto).
Questo filo sono le politiche migratori e sociali del governo italiano e dell’Unione Europea, politiche “lacrime e sangue” che da un lato hanno determinato in pochi anni un aumento vertiginoso della povertà, dello sfruttamento sui luoghi di lavoro e della marginalizzazione delle fasce più “deboli” della popolazione, dall’altro lato hanno visto un incremento di misure repressive e securitarie che respingono, alimentano odio e razzismo, aumentano esclusione sociale e povertà, sottraggono diritti e libertà, chiudono spazi di dissenso.
Un filo da spezzare, per lasciare spazio a una trama fitta e molteplice, da tessere insieme: unendo le battaglie per un permesso di soggiorno europeo a quelle per un salario minimo e un reddito di base; mettendo insieme la lotta per il diritto all’abitare alle rivendicazioni dei facchini e dei “riders” delle piattaforme digitali; collegando le lotte contro il lavoro sfruttato e “volontario” dei migranti a quelle contro il lavoro gratuito degli studenti obbligati a fare alternanza scuola-lavoro e degli stage e tirocini universitari; intrecciando le progettualità di mutualismo e di accoglienza degna dal basso con la rivendicazione di reddito e diritti contro emergenzialità e assistenzialismo; opponendosi alle leggi e agli accordi che criminalizzano e discriminano, che classificano ed escludono, che vincolano il diritto di cittadinanza, che alimentano lo sfruttamento lavorativo; rivendicando la libertà di movimento per tutt@ e abbattendo ogni confine interno ed esterno.
Art. 5 del piano casa (che non concede residenza – e quindi tutti i diritti connessi – ed allaccio utenze a chi è occupante o non ha una casa), Legge Minniti-Orlando (che riduce i diritti dei richiedenti asilo, aumenta le procedure di espulsione, introduce il lavoro volontario obbligatorio, il ruolo di “pubblico ufficiale” per il responsabile della struttura d’accoglienza, i poteri straordinari concessi ai sindaci – attraverso il DASPO urbano – di espellere dal centro città chi viene riconosciuto come “minaccia al decoro urbano”), accordi Italia-Libia (che costringono nell’inferno libico decine di migliaia di persone vittime delle peggiori angherie, dagli stupri ai sequestri, dalla vendita come schiavi all’omicidio), insieme ad un attacco senza precedenti alla solidarietà (attacco alle ONG che salvano le vite in mare, criminalizzazione dei solidali a Ventimiglia, etc.) ci forniscono il quadro di un Occidente tutt’altro che civile.
• Contro il DASPO urbano del Sindaco Merola, che caccia dalla città i senzatetto di Bologna, intraprendendo una guerra contro i poveri.
• Perché nel piano freddo del Comune di Bologna ci sia posto per tutti, affinché nessuno debba dormire per strada a dicembre.
• Per la regolarizzazione ed il permesso di soggiorno umanitario per tutti/e i/le migranti presenti in Italia e per la rottura del vincolo permesso di soggiorno/contratto di lavoro e residenza.
• Per l’abolizione delle leggi Bossi-Fini e Minniti-Orlando.
• Contro gli accordi Italia-Libia, contro le deportazioni e i confini.
• Per combattere le retoriche securitarie, il razzismo, la ghettizzazione e l’esclusione sociale.
• Contro lo sfruttamento e la ricattabilità per conquistare giustizia sociale.
• Per città più accoglienti, aperte e solidali con più diritti per tutti/e.
Per discutere di tutto questo, per agire a Bologna ed andare in tanti/e a Roma il 16 dicembre, ci vediamo giovedi 30 Novembre alle ore 20:30 al centro sociale TPO (via Casarini 17/4).