RIFARCI SPAZIO – dal 23 maggio 2021 ci vediamo finalmente al TPO
456 giorni fa abbiamo chiuso il TPO dopo l’ultimo concerto e siamo partiti per un lungo viaggio. Il pianeta in cui eravamo stava soffrendo per l’espandersi di un virus terribile che si è insinuato tra i corpi. Il prodotto di un sistema folle che aveva stravolto il clima e gli eco-sistemi in nome del profitto e del capitale. Le persone non soffrivano solo di una malattia polmonare, che portava alla morte e che ha ucciso infine milioni di persone, ma non potendo più uscire di casa, non avevano di che vivere, perché il sistema che aveva portato al collasso, stava difendendo se stesso impoverendo ancor di più deboli ed esposti.
Di fronte alla situazione abbiamo deciso di non chiuderci e provare a fare qualcosa per ribellarci. Siamo partiti dalla necessità di prenderci cura l’uno dell’altra, in una prospettiva di mutuo aiuto. Abbiamo così incontrato tante specie diverse che erano disposte ad unirsi a noi in questo tentativo di trasformazione dello stato di cose: donne e uomini che non erano disposti a soccombere e credevano in alleanze prima impossibili.
Madri senza lavoro che dovevano mettere in tavola il cibo per i figli chiusi in casa davanti a uno schermo del pc per fare la didattica a distanza. Ragazze e ragazzi che non potevano più andare a scuola e non avevano i dispositivi tecnologici per seguire le lezioni. Precarie e precari lasciate senza lavoro all’improvviso e senza nessun tipo di ammortizzatore sociale. Senzatetto che una casa non l’avevano, abbandonati all’esposizione del virus. Lavoratrici e lavoratori costretti ad andare nei luoghi di lavoro, perché improvvisamente considerati essenziali al sistema, ma con paghe da fame e senza protezioni sanitarie. Abbiamo visto decine di spazi culturali e di aggregazione sociale chiudere le proprie porte a suon di decreti emergenziali a volte privi di senso e senza nessun tipo di ristoro economico che assicurasse loro un futuro possibile in un presente impossibile. Ma di fronte a questo lo spazio è stata la nostra salvezza e la possibilità per ricostruire un futuro insieme.
Sono stati mesi intensi. Il Tpo cambiava forma. Da una parte era chiuso agli eventi e svuotato della socialità come la conoscevamo prima, dall’altra si riempiva di solidarietà e collaborazione, venendo attraversato da corpi differenti che si trovavano in un’intensa cooperazione dal basso: decine di volontari portavano e prendevano cibo, viveri di prima necessità, e si mettevano a disposizione per aiutare ed essere aiutati: consegnare pacchi alimentari, libri, dispositivi tecnologici, fare lezioni e laboratori all’aperto, partecipare alle raccolte nei supermercati. Le Brigate di Mutuo Soccorso, il Doposcuola, gli sportelli per di assistenza al lavoro e ai migranti e la Palestra Popolare che ha continuato a puntare soprattutto sulla boxe femminile professionista, ottenendo grandi risultati. Tanti percorsi sono nati e cresciuti da questo viaggio, e ora, nell’anno due della pandemia, finalmente proviamo a riaprire al pubblico questo TPO diverso, con un volto nuovamente differente. Vogliamo rifarci spazio e nello spazio più largo cercare nuove relazioni, sinergie, altre alleanze tra specie diverse che vogliono cambiare radicalmente questo pianeta infetto: ripartiamo cercando una forma differente a questo stare insieme e, da alieni, ci incontriamo per farla nuovamente collettiva.
Dopo 465 giorni vogliamo raccontarvi con dibattiti, incontri, tavole rotonde, presentazioni di libri quello che è successo a tuttə. Lo faremo offrendo spazio a chi uno spazio non lo ha più, perché per proteggerci dal virus dobbiamo stare in posti ampi e all’aperto. A chi è con noi da sempre nell’immaginare un nuovo modo di presidiare la cultura, come le librerie indipendenti, diventate essenziali presidi: Libreria Trame Bookshop, Igor Libreria e La Confraternita dell’Uva. A chi ha saputo condividere pensieri e ragionamenti continuando a pubblicare libri per provare a comprendere quello che stava accadendo. A chi non abbiamo potuto vedere in questo distanziamento faticoso.
A chi ha continuato a battersi per cambiare il presente dall’altra parte del mondo come le/i combattenti in Rojava e in Kurdistan. A chi a violato i confini brutali del Mare Mediterraneo e ce l’ha fatta. A chi ha occupato teatri per rivendicare diritti sul lavoro. A chi ha continuato a lottare per l’ambiente. Alle donne che hanno lottato ancor di più perché scontano in modo pesantissimo la crisi causata dalla pandemia. A chi non abbiamo potuto ascoltare più negli spettacoli dal vivo, nelle performance, nei reading, nei concerti.
Ora vogliamo incontravi tuttə! E per farlo stiamo preparando un giardino spaziale per accogliervi in sicurezza, perché è arrivato finalmente il momento di rivederci e non vediamo l’ora di cospirare ancora e metterci presto di nuovo in cammino insieme.
Ci troverete al TPO tutti i giovedì e i venerdì dalle 18.00.
Gli eventi saranno ad accesso libero con un’offerta libera.